Eccomi a casa. Baci e abbracci
con la famiglia e poi rewind: riavvolgo il nastro e torno a sabato mattina
quando con i colleghi di Amendola si parte direzione Roma per partecipare alla
mezza maratona RomaOstia. Al primo autogrill incontriamo gli amici runner della
mia “Gargano 2000” , una
stretta di mano, un caffè e un arrivederci nella capitale. La sera classica
passeggiata per le bellezze della città eterna e sosta in Piazza di Spagna con
chiacchiere e foto con tutti i podisti. E’ domenica, ci siamo; alle ore 8 siamo
già nel piazzale della Palalottomatica: via la tuta, deposito lo zaino e vado a
posizionarmi nella mia griglia. Ore 9,20 si parte, sono concentrato, cerco e trovo
subito il pacer del 1,40, il mio obbiettivo. Dopo pochi chilometri trovo un amico
con lo stesso obbiettivo. Con Leo corriamo fianco a fianco, tutto bene sino al
12° km, poi dopo la salita il mio respiro diventa più affannoso e Leo mi
consiglia di provare a respirare più profondo. Stiamo insieme sino al 18° km poi
Leo scatta e va a fare il suo P.B. Sono al 20° km e le gambe continuano ad
andare ma non sono io a spingerle, manca poco, forse mi conviene
rallentare. Subito dopo improvvisamente la vista si annebbia, sento cedere le
gambe, sto cadendo quando sento che più braccia mi prendono. Per qualche attimo
non mi rendo conto di cosa mi è successo, quando lo capisco sono a terra
sdraiato su di una una barella. E’ finita
la mia corsa, forse avrei dovuto capirlo prima che c’era qualcosa che non
andava, forse il buon senso mi diceva di fermarmi ma io sono uno che le cose a
metà non riesce proprio a farle, sbagliando. Ora la vacanza romana è finita…e
bene. Il ritorno a casa è stata una bella corsa in cui ho capito di essere circondato
da tantissime persone che mi vogliono bene ed io non vedo l’ora di
riabbracciare tutti appena ci vediamo….e dajie. Grazie .
Matteo
Stelluti
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